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domenica 10 febbraio 2013

Le leggi che strangolano la creatività


Video Originale: Larry Lessig: le leggi stanno strangolando la creatività

Concludiamo questa settimana sul diritto d'autore, sulla privacy, sulle licenze d'uso Creative Common con questo intervento di Larry Lessig, giurista e attivista, da sempre impegnato nello studio della proprietà intellettuale. Ecco la trascrizione in Italiano del discorso:
(Applausi) Desidero parlarvi un po' di contenuti generati dagli utenti. Vi racconterò tre storie per arrivare a sostenere una tesi che vi darà qualche spunto su come aprire al mercato i contenuti generati dagli utenti. Ecco la prima storia.

John Philip Sousa (Wikipedia)
1906. Quest'uomo, John Philip Sousa, ha viaggiato fin qui, al Congresso degli Stati Uniti, per parlare di questo apparecchio, che chiamava, cito, la "macchina parlante". Sousa non era un fan delle macchine parlanti. Ecco quanto doveva dire: "Queste macchine parlanti finiranno per rovinare lo sviluppo artistico della musica in questo paese. Quando ero ragazzo, davanti a ogni casa nelle sere d'estate si vedevano gruppi di giovani cantare le canzoni dell'epoca, le vecchie canzoni. Oggi si sentono queste macchine infernali notte e giorno. Non avremo più corde vocali", disse Sousa. "Le corde vocali saranno eliminate da un processo evolutivo come per la coda dell'uomo quando discese dalla scimmia".
Ora, questa è l'immagine su cui voglio vi soffermiate. È un'immagine culturale. Potremmo descriverla in moderno linguaggio informatico come una cultura di lettura/scrittura. È una cultura in cui la gente partecipa alla creazione e alla ri-creazione della cultura. Perciò è di lettura/scrittura. Sousa temeva che avremmo perso questa abilità per colpa delle "macchine infernali". L'avrebbero spazzata via. E in sostituzione avremmo avuto l'opposto della lettura/scrittura, ciò che potremmo chiamare una cultura "di sola lettura". Una cultura in cui la creatività viene fruita ma il fruitore non è un creatore. Una cultura a proprietà verticale in cui le corde vocali di milioni di persone sono sparite.
Ora, se guardate indietro al ventesimo secolo, almeno in quello che per noi è il cosiddetto "mondo sviluppato", è difficile non concludere che Sousa aveva ragione. Mai in precedenza nella storia la cultura umana è stata a tal punto professionalizzata e concentrata. Mai in precedenza la creatività di milioni di persone è stata così efficacemente rimossa, rimossa per via di queste "macchine infernali". Il ventesimo secolo è stato il secolo nel quale, almeno nei luoghi che più conosciamo, la cultura è passata da lettura/scrittura a sola lettura.

William Blackstone (Wikipedia)
Seconda storia. Quella fondiaria è un tipo di proprietà; è una proprietà, è protetta dalla legge. Come diceva Lord Blackstone: la legge tutela i fondi dall'accesso abusivo e per gran parte della storia giuridica si è presunto che la proprietà si estendesse all'infinito nel sottosuolo e fino a un punto imprecisato nel cielo. Ecco, questo è stato un buon sistema per gran parte della storia del diritto di proprietà fondiaria, fino all'avvento di questa tecnologia. La gente cominciò a chiedersi se questi ritrovati non violassero l'altrui proprietà quando sorvolavano fondi altrui senza l'autorizzazione delle fattorie sottostanti mentre viaggiavano per il Paese. Bene, nel 1945 la Corte Suprema ebbe modo di occuparsi della cosa.
Due agricoltori, Thomas Lee e Tinie Cosby, che allevavano polli ebbero seriamente a lamentarsi di questa tecnologia. Contestavano il fatto che i loro polli seguivano le rotte degli aeroplani e andavano a schiantarsi contro i muri del fienile quando gli aeroplani sorvolavano la proprietà. Così si rifecero a Lord Blackstone, per sostenere che gli aeroplani violavano la proprietà. Da tempo immemorabile la legge aveva stabilito che non si può sorvolare un fondo senza il permesso del proprietario, di conseguenza i voli dovevano cessare. La Corte Suprema considerò il secolare assunto e si pronunciò, in un'opinione scritta dal giudice Douglas, in senso sfavorevole ai Cosby. La Corte disse che la dottrina secondo cui la terra era protetta fino al cielo non trovava spazio nel mondo moderno, altrimenti ogni volo intercontinentale sarebbe stato soggetto... avrebbe esposto le compagnie a infinite azioni a tutela della proprietà. Buon senso, idea rara in diritto... ma eccolo qua: il buon senso. (Risate) Si rivolta a quell'idea, il buon senso.

ASCAP Logo (dal sito ufficiale)
Ultima storia. Prima di Internet, l'ultimo grande terrore che si è abbattuto sull'industria dei contenuti è stato un terrore creato da questa tecnologia: la radiodiffusione. Un nuovo modo di diffondere opere creative e quindi una nuova battaglia per il controllo delle società che avrebbero diffuso opere creative. Ora, a quel tempo il soggetto, il cartello che controllava i diritti di comunicazione al pubblico della maggior parte della musica radiodiffusa con queste tecnologie era l'ASCAP. Avevano una licenza esclusiva sui brani più celebri e la esercitavano in modo da dimostrare alle emittenti chi era davvero a comandare. E così tra il 1931 e il 1939 aumentarono le tariffe di un buon 448%, fino a che le emittenti non si riunirono e dissero: ok, ne abbiamo abbastanza. E nel 1939 un avvocato, Sydney Kaye, fondò qualcosa chiamato Broadcast Music Incorporated. La conosciamo come BMI. E la BMI fu molto più democratica sulle opere da includere nel suo repertorio, includendovi per la prima volta musica afro-americana. Ma la cosa più importante fu che la BMI prese brani di dominio pubblico e ne fece nuovi arrangiamenti, che diede via gratis ai suoi sottoscrittori. Quindi nel 1940 quando l'ASCAP minacciò di raddoppiare le sue tariffe la maggior parte delle emettenti passò alla BMI. Ora, quelli dell'ASCAP dissero che non gli importava. La gente si sarebbe ribellata, sostennero, perché la musica migliore non era più disponibile, essendo le emittenti passate alle cose di seconda scelta e di dominio pubblico fornite dalla BMI. Ebbene, non si ribellò e nel 1941 l'ASCAP fallì. E il punto importante da riconoscere è che nonostante queste emittenti diffondessero qualcosa che potremmo definire di seconda scelta, la loro concorrenza fu sufficiente a spezzare, allora, questo cartello legale nell'accesso alla musica.
Ok. Tre storie. Ed ecco ciò che voglio sostenere. Per come la vedo io, la cosa più importante da riconoscere all'operato di Internet è la possibilità di ripristinare la cultura della lettura/scrittura di cui aveva nostalgia Sousa. La tecnologia digitale è l'occasione per fare rivivere quelle corde vocali di cui lui parlava con tanta passione al Congresso. Contenuti generati dagli utenti, che si diffondono nel mercato con modalità di estremo valore come queste, celebrando la cultura amatoriale. Con ciò non intendo la cultura dell'approssimazione, intendo una cultura in cui la gente realizza cose per amore di ciò che fa e non per denaro. Intendo la cultura che i vostri figli producono ogni momento. Perché quando pensate alla visione romantica di Sousa dei ragazzi riuniti a suonare i pezzi dell'epoca, le vecchie canzoni, dovreste riconoscere ciò che i vostri figli fanno oggi. Prendendo canzoni attuali e quelle di una volta e remixandole per farne qualcosa di diverso. È così che intendono l'accesso a questa cultura. Bene, facciamo solo qualche esempio, giusto per avere un'idea di ciò di cui parlo.
Questo si chiama "Anime Music Video", è il primo esempio. Prende un cartone dalla tv e lo ricombina con una traccia audio. (Musica) Ora dovreste avere... abbiate fede. Gesù sopravvive. Non preoccupatevi. (Musica: "I Will Survive" di Gloria Gaynor) (Risate) E questo è il migliore. (Musica: "Endless Love" di Lionel Ritchie e Diana Ross) Amore mio... Non ci sei che tu nella mia vita... L'unica cosa che brilla... Il mio primo amore... Sei ogni mio respiro... Sei ogni mio passo... E io... Io voglio dividere con te tutto l'amore che ho... Nessun altro ci sarà... E i tuoi occhi... mi dicono quanto ci tieni... (Musica) Bene, questo è il remix. (Applausi) È importante evidenziare ciò che invece non è... non è quello che chiamiamo "pirateria". Non mi riferisco a, né giustifico chi si appropria dei contenuti altrui in blocco e li distribuisce senza il permesso dell'autore. Mi riferisco invece a chi prende per ricreare usando contenuti altrui, usando tecnologie digitali, per dire le cose in modo diverso. Ora, l'importanza di tutto ciò non è la tecnica che avete visto qui. Perché, naturalmente, ogni tecnologia che avete visto qui è qualcosa che la televisione e i produttori cinematografici sono in grado di fare da cinquant'anni. Ciò che conta è che quella tecnologia è ora disponibile a tutti. Oggi chiunque abbia accesso a un computer da 1.500 dollari è uno che può prendere suoni e immagini dalla cultura che ci circonda e usarli per dire le cose in modo diverso. Questi strumenti della creatività sono diventati strumenti del linguaggio. Sono l'alfabetizzazione di questa generazione. È così che parlano i nostri figli. È così che pensano; è così che sono, a mano a mano che capiscono la tecnologia digitale e il suo rapporto con loro stessi.
Ora, in risposta a questo nuovo uso della cultura attraverso il digitale le leggi non hanno salutato il ritorno di Sousa con molto buon senso. Al contrario, la struttura della legge sul diritto d'autore e la struttura delle tecnologie digitali, interagendo tra loro, hanno prodotto l'assunto che queste attività siano illegali. Perché se il diritto d'autore ha come nocciolo la disciplina delle riproduzioni allora nel mondo digitale l'unico fatto a cui non si può sfuggire è che ogni singolo uso della cultura genera una riproduzione. Ogni singolo uso richiede perciò un permesso; senza un permesso violate la proprietà. Accedete abusivamente, in base più o meno alla stessa logica per cui questa gente accedeva abusivamente. Il buon senso qui, tuttavia, non si è ancora ribellato in risposta a questa risposta che la legge ha offerto a queste forme di creatività. Invece, ciò che abbiamo visto è qualcosa di molto peggio di una rivolta. C'è un crescente estremismo che viene da ambo le parti di questo confronto, in risposta a questo conflitto tra la legge e l'uso di queste tecnologie.
Una parte realizza nuovi strumenti come uno annunciato di recente che permette di eliminare automaticamente da siti come YouTube qualsiasi opera che includa materiale protetto, siano o no applicabili eccezioni d'uso consentite che rendano invece legittima quell'opera. E dall'altra parte, tra i nostri ragazzi, c'è un crescente rigetto del diritto d'autore, una generazione che rifiuta la nozione stessa alla base di questo diritto, rifiuta il diritto d'autore e crede che la legge non sia altro che un'idiozia da ignorare e da combattere ad ogni possibile occasione. L'estremismo di una parte genera l'estremismo dell'altra, un fatto questo che dovremmo avere da tempo imparato, e ambo le parti in questo conflitto hanno torto marcio. Ora, il bilanciamento per il quale cerco di battermi... Io, come ogni buon liberale cerco di battermi innanzitutto rivolgendomi al governo. Tremendo errore, non è vero? (Risate)
Mi rivolgo innanzitutto ai tribunali e ai deputati eletti per spingerli a fare qualcosa per rendere più sensato il sistema. Ho fallito in parte perché i tribunali sono troppo passivi, in parte perché i deputati sono corrotti, e con ciò non intendo che vengano pagati per bloccare le vere riforme, ma piuttosto che l'economia dell'influenza che fa funzionare il Congresso fa sì che il legislatore non comprenda la situazione finché non è troppo tardi per sistemarla. Dunque, abbiamo bisogno di qualcosa di diverso, di una soluzione diversa, e la soluzione qui, secondo me, è una soluzione privata, una soluzione che mira a legalizzare ciò che vuol dire essere giovani, e a comprendere il potenziale economico della cosa, ed è proprio dove la storia della BMI cade a fagiolo. Perché, come la BMI ha dimostrato, la concorrenza qui può ottenere qualche forma di bilanciamento. Lo stesso può accadere oggi. Non abbiamo opere in pubblico dominio cui attingere oggi, e allora ciò che ci serve sono due tipi di cambiamento.
Primo, che artisti e creatori abbraccino l'idea; scelgano che il loro lavoro sia disponibile più liberamente. Ad esempio, possono dichiarare che le loro opere sono disponibili gratis per uso non commerciale, per uso amatoriale, ma a pagamento in caso di uso commerciale. Secondo, abbiamo bisogno che le imprese che creano questa cultura di lettura/scrittura abbraccino questa opportunità in modo espresso, che la attivino, in modo che questa ecologia del libero o quasi libero contenuto possa crescere su un terrero neutrale dove entrambe le culture coesistano insieme, in modo che la più libera possa competere con la meno libera, e l'occasione di sviluppare la creatività in questa gara possa insegnare all'una la lezione dell'altra.
Ora vorrei parlarvi di uno specifico progetto di questo genere, di cui ho conoscenza, ma non voglio violare il primo comandamento di TED sulle vendite, perciò non ne ve parlerò. Invece, voglio ricordarvi il succo di ciò che ci ha insegnato la BMI: che la scelta degli artisti è la chiave per una nuova tecnologia che voglia sperare di aprirsi al mercato, e dobbiamo rendere possibile la scelta degli artisti se queste tecnologie vogliono giocarsi questa occasione. Ma lasciatemi terminare con qualcosa che ritengo ancora più importante... ancora più importante del mercato. Voglio fare il punto su come tutto ciò si colleghi con i nostri ragazzi. Dobbiamo renderci conto che sono diversi da noi. Noi siamo così, giusto? (Risate) Noi facevamo compilation su nastro; loro remixano i brani. Noi guardavamo la tv; loro fanno tv.
È la tecnologia ad averli resi diversi, e quando vediamo ciò che può fare questa tecnologia dobbiamo ammettere che è impossibile reprimere l'istinto che la tecnologia produce; possiamo solo criminalizzarlo. Non possiamo impedire ai nostri figli di farne uso; possiamo solo deviarlo sottoterra. Non possiamo far tornare passivi i nostri figli; possiamo soltanto trasformarli in "pirati". Ce ne viene qualcosa? Viviamo in un tempo strano, un tempo di proibizioni, in cui in molte zone della nostra esistenza viviamo costantemente in violazione della legge. Gente normale vive violando la legge, e questo è ciò che io, noi, stiamo facendo ai nostri figli. Vivono la loro vita ben sapendo di farlo contro la legge. Questa consapevolezza è straordinariamente corrosiva, straordinariamente corruttrice. In una democrazia dovremmo saper fare di meglio. Fare di meglio quantomeno per loro, se non anche per il mercato. Grazie molte. (Applausi)

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