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mercoledì 6 febbraio 2013

I blog, il diritto d'autore e le licenze d'uso: tra miti e verità

Copyright license choice (di opensourceway - Flickr)
Mio articolo originale: Software gratuito, software libero: un approfondimento

Questa volta mi autocito e amplio un mio vecchio articolo.

Il tragico suicidio di Aaron Swartz ha portato alla ribalta le Creative Commons di cui Swartz era stato l'inventore. Ancora oggi spesso si fa molta confusione tra i vari termini di copyright, licenza d'uso e diritti d'autore. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza e di sfatare qualche mito cominciando con il concetto di diritto d'autore.

Questo post non vuole essere un saggio di giurisprudenza, quindi alcuni passaggi saranno semplificati per permettere una migliore comprensione a chi non è avvezzo alla terminologia giurisprudenziale, se qualcuno volesse fare qualche precisazione lo scriva nei commenti e provvederò alla eventuale correzione.

Tornando al diritto d'autore, quando una persona crea un qualcosa di originale (sia essa un libro, un post, una melodia o un oggetto) per legge acquisisce un  insieme di facoltà che hanno lo scopo di garantirgli dei diritti morali ed economici su quel qualcosa. Questo insieme di facoltà, questi diritti, vengono chiamati appunto "diritti d’autore". In Italia sono disciplinati dalla legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni e dal Titolo IX del Libro Quinto del Codice Civile, per i programmi informatici la legge 633/41 è stata aggiornata con il D. lgs. 518 emanato il 29 dicembre 1992. Nel mondo anglosassone quando ci si riferisce al diritto d’autore si usa il termine copyright, spesso indicato con il simbolo © (in verità copyright e diritto d'autore non sono esattamente la stessa cosa, ma vedi in seguito per un maggiore approfondimento). 

Quali sono le opere coperte da diritto d'autore? La legge fornisce un elenco non esaustivo e comprende opere letterarie, musicali, arti figurative, architettura, teatro, cinematografia, fotografia, software, database e disegni tecnici. Più in generale qualunque opera dell'intelletto umano. Il contenuto di un blog è ovviamente coperto dal diritto d'autore.

Quando inizia la copertura del diritto?  Il diritto d'autore nasce automaticamente con l'atto di creazione dell'opera, quindi non c'è alcun obbligo di deposito, pubblicazione o registrazione affinché il diritto sia riconosciuto; ovviamente l'iscrizione a registri come la SIAE può essere di aiuto per stabilire la paternità dell'opera.

Che diritti ha praticamente l’autore? Il diritto d’autore è composto da due parti: il diritto morale e il diritto economico. Il primo (diritto morale) riguarda l’autore ed è volto a tutelarne la figura, in pratica garantisce allo stesso la possibilità di rivendicare la paternità della propria opera e il mantenimento della sua integrità, il secondo (diritto economico) permette all'autore, da un lato, di sfruttare la propria opera in ogni forma e modo e dall'altro di impedire che terze persone possano servirsene a fini economici.

Si può vendere il diritto d'autore? No, in Italia è inalienabile (in altri paesi invece sì). Quando un autore vende una propria opera ad un cliente, un programma per esempio, sta trasferendo a colui che compra dei diritti di utilizzazione (non i diritti d'autore) che sono normati da una licenza d’uso. La licenza d’uso descrive dettagliatamente ciò che il cliente può fare e non può fare con l’opera e deve essere sempre presente. Esiste un caso particolare, cioè se l'autore accetta esplicitamente che la propria opera sia modificata "non è più ammesso ad agire per impedirne l'esecuzione o per chiederne la soppressione " (art 22.2 L. 633/41). Un discorso a parte, ma che esula dai nostri fini, meriterebbe la questione dei Ghostwriter, la cui posizione giuridica, in Italia, è particolare: sono titolari dei diritti d'autore, ma hanno ceduto a terzi i diritti di pubblicazione; possono, in qualunque momento, reclamare la paternità dell'opera, ma allo stesso tempo ciò li porterebbe a venir meno al vincolo di segretezza del contratto di cessione; la legge non chiarisce se i lettori possono essere messi al corrente del reale autore: la legge lo imporrebbe, ma svelarlo farebbe violare la legge stessa(!).

Il diritto d’autore dura per sempre? Si e no: il diritto morale dura per sempre (anche dopo la morte dell’autore), quello economico no, in Italia dura fino al 70 anno dalla morte dell’autore. Estinto il diritto d’autore (o meglio il diritto economico d’autore visto che quello morale è inestinguibile) l’opera diventa di Pubblico Dominio e non necessita di una licenza d’uso. Per fare un esempio chiarificatore "I Malavoglia" di Giovanni Verga è ormai di pubblico dominio: può essere pubblicato da chiunque e chiunque può guadagnare dalla sua vendita (cessazione del diritto economico d’autore), ma nessuno può attribuirsene la paternità (diritto morale inestinguibile).

Che succede se si pubblicano opere senza rispettare i diritti d'autore? Pubblicare, recitare, cantare mettere a disposizione un opera senza rispettare i diritti d'autore comporta una multa che va dai 50 ai 2000 euro, qual'ora avvenisse anche l'usurpazione della paternità dell'opera è previsto il carcere.

Quindi è possibile pubblicare, senza pagare diritti, solo opere di Pubblico Dominio? In generale si, ma la legge prevede che possono essere pubblicati: articoli di riviste in cui non sia espressamente riportato la dicitura "Tutti i diritti riservati", purché venga citato correttamente autore e fonte; discorsi pubblici, purché venga citato autore e luogo; riassunti di un opera purché siano per fini di critica o didattica e non ci sia nessuno sfruttamento economico.

Cosa appartiene al Pubblico Dominio? In Italia e nell'Unione Europea, tutte le opere per le quali l'autore è morto da 70 anni. A queste possiamo però aggiungere altre opere per le quali l'autore ha espressamente deciso di non avvalersi pienamente dei diritti d'autore, o di garantire parte di questi diritti al pubblico. Nel linguaggio colloquiale queste ultime opere che dovrebbero in verità definirsi "contenuto libero", prendono anche il nome di pubblico dominio, commettendo però, come avrete capito, un errore.

Copyright e diritto d'autore sono la stessa cosa? In realtà no. Il copyright è un concetto legale che esiste nel mondo anglosassone ed è in realtà il diritto alla copia e pubblicazione di opere di ingegno. Nasce con intenti repressivi, allorquando con l'invenzione della stampa meccanica la monarchia Britannica si ritrova nella necessità di dovere porre un freno e censurare un numero sempre maggiore di pubblicazioni. Una nuova opera veniva valutata e inserito in un registro sotto la voce di un editore che ne otteneva il diritto esclusivo alla copia (copy - right, appunto); il copyright è quindi un diritto dell'editore, non dell'autore. Nel mondo anglosassone i diritti d'autore (Authors' rights) vengono comunque regolamentati all'interno della legge che gestisce il Copyright, da qui la confusione tra i termini.

Cosa implica il diritto d'autore in un blog? La legge sul diritto d'autore assicura che il contenuto originale di un blog è dell'autore, ma qualora usaste opere di pubblico dominio o di contenuto libero di altri siete obbligati a citare la fonte. Qual'ora non voleste che il vostro lavoro venga citato da latri, vi basterà apporre la dicitura "Tutti i diritti riservati" da qualche parte. Se invece volete permettere l'utilizzo del vostro lavoro con le limitazioni che più vi aggradano siete tenuti a creare una licenza d'uso.

Cosa sono le Creative Commons? Sono delle licenze d'uso, più elastiche del normale che permettono un utilizzo più libero in particolari condizioni, ma che in ogni caso garantiscono all'autore i diritti morali. Questo blog per esempio è sotto licenza "Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia": in soldoni potete riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera, ma non potete dire che è farina del vostro sacco, non potete guadagnare dal materiale prodotto da questo blog e qual'ora modificaste qualcosa dovrete distribuirla alle stesse condizioni. Per creare facilmente una licenza Creative Commons, basta usare il generatore automatico di licenze.

Avere una licenza d'uso in un blog è obbligatorio? No, ma aiuta e non costa nulla, perché non usarla? Sono invece obbligatorie altre cose (Partita IVA, Privacy Policy...) di cui parleremo in un altro post.

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