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domenica 17 marzo 2013

La musica classica è per tutti



Benjamin Zander, direttore della Filarmonica di Boston,  ha due passioni estremamente contagiose: la musica classica e aiutare chiunque incontri a capire che ne è innamorato anche se non lo sapeva, questo lo porta a dire che tutti noi dovremmo amare le nuove possibilità, le nuove esperienze e le nuove connessioni.
Probabilmente molti di voi conoscono la storia dei due uomini d'affari che andarono laggiù in Africa nel 1900. Erano stati mandati là per vedere se c'erano possibilità per il mercato delle scarpe. Entrambi mandarono dei telegrammi a Manchester. Uno di loro scrisse: "Situazione disperata. Stop. Nessuno ha le scarpe." E l'altro: "Occasione unica. Nessuno ancora porta le scarpe!" (Risate)
C'è una situazione simile nel mondo della musica classica, perché alcune persone pensano che la musica classica stia morendo. E alcuni di noi che pensano che il meglio deve ancora venire. Piuttosto che mostrarvi statistiche e grafici e dirvi tutto sulle orchestre che si stanno sciogliendo, e sulle case discografiche che stanno chiudendo, ho pensato di fare un esperimento stasera -- un esperimento. In verità, non è un vero esperimento perché io già conosco il risultato.
Ma è proprio come un esperimento. Ora, prima di -- (Risate) --- prima di iniziare, devo fare due cose. Primo, voglio ricordarvi come suona il piano un ragazzino di sette anni. Forse ce l'avete in casa. Suona più o meno così. (Piano) Vedo che qualcuno di voi riconosce questo ragazzino. Se si esercita per un anno e prende lezioni, ora ha otto anni e suona così. (Piano) Suona per un altro anno e prende lezioni, ora ha nove anni. (Piano) E per un altro anno, e prende lezioni. Ora ha dieci anni. (Piano) Solitamente a questo punto mollano. (Risate) (Applausi) Ora, se aveste aspettato un altro anno, avreste sentito questo: (Piano)
Ora, quello che è successo non è ciò che forse avete in mente, sarebbe a dire che tutto a un tratto si è appassionato, diventando dedito, coinvolto, che ha cambiato insegnante, raggiunto la pubertà, o chissà cosa. Quello che è successo veramente è che gli accenti si sono ridotti. Vedete, la prima volta suonava con un accento su ogni nota. (Piano) Ed il secondo una ogni due note. (Piano) Potete vederlo guardano la mia testa. (Risate) Il ragazzino di nove una ogni quattro note. (Piano) E il ragazzino di dieci una ogni otto note. (Piano) E il ragazzino di 11 anni, un accento sull'intera frase. (Piano)
Lo so -- non so come siamo finiti in questa posizione. (Risate) Non ho deciso che avrei alzato la mia spalla o mosso il mio corpo. No, la musica mi ha spinto, e questo è il motivo per cui lo chiamo suonare su una chiappa. (Piano) Può essere l'altra chiappa. (Piano) Una volta, c'era questo signore ad una presentazione che stavo facendo mentre lavoravo con un giovane pianista. Era il presidente di una azienda in Ohio. E io stavo lavorando con questo giovane pianista e ho detto, "Il tuo problema è che sei un pianista a due chiappe. Dovresti essere un pianista a una chiappa." E l'ho spinto in quella posizione mentre stava suonando. E all'improvviso la musica è decollata. Ha preso il volo. C'è stato un sussulto nel pubblico quando ha sentito la differenza. E poi ho ricevuto una lettera da questo signore. Diceva, "Ero così commosso che son tornato e ho trasformato tutta la mia azienda in una azienda a una chiappa." (Risate)
Allora, l'altra cosa che volevo fare è dirvi qualcosa su voi stessi. Penso ci sono 1600 persone qui. La mia stima è che probabilmente 45 di voi sono dei veri appassionati di musica classica. Voi adorate la musica classica. La vostra radio è sempre su quella stazione di classica. Avete dei CD nella vostra macchina e andate a sentire l'orchestra. I vostri figli suonano qualche strumento. Non potete nemmeno immaginare la vostra vita senza musica classica. Questo è il primo gruppo, è un gruppo abbastanza piccolo. Poi c'è un altro gruppo, più grande. Queste sono le persone a cui la musica classica non dispiace. (Risate) Voglio dire, dopo una lunga giornata di lavoro arrivate a casa e vi versate un bicchiere di vino, piedi all'insù. Un pò di Vivaldi in sottofondo non può certo far male. (Risate) Questo è il secondo gruppo. Ora, è il turno del terzo gruppo. Queste sono le persone che non ascoltano mai musica classica. Semplicemente non fa parte della vostra vita. Magari vi capita di sentirla all'aeroporto come fosse fumo passivo, ma ... (Risate) ... e magari un po' di della marcia dall'Aida quando passate per la reception. Altrimenti non la ascoltate mai. Probabilmente questo è il gruppo più grosso di tutti.
E infine c'è un gruppetto molto piccolo. Queste persone pensano di non avere orecchio musicale. Un numero impressionante di persone pensa di non avere orecchio musicale. In verità, spesso sento dire "Mio marito non ha orecchio". (Risate) Di fatto, non si può non avere orecchio. Senza orecchio musicale, non si possono cambiare le marce in macchina. Non si possono distinguere un texano da un romano. E il telefono. Il telefono. Se vostra madre chiama al misero telefono, chiama e dice "Pronto," non solo voi sapete chi è, ma anche di che umore è. Avete un orecchio fantastico. Tutti hanno un orecchio fantastico. Nessuno è senza orecchio musicale.
Vi svelo una cosa. Non funziona se continuo con questa solfa, con un divario così ampio tra quelli che capiscono, amano e sono appassionati di musica classica, e quelli che non hanno alcun rapporto con essa. Le persone senza orecchio, quelle non sono più qui. Ma anche tra le altre tre categorie, il divario è troppo ampio. Quindi resterò qui finché ogni singola persona in questa stanza, da basso ed in Aspen, e tutti quelli che stanno guardando, saranno arrivati ad amare e capire la musica classica. Questo è quello che faremo.
Avrete notato che non ho il minimo dubbio che questo funzionerà se guardate il mio volto, giusto? E' una delle caratteristiche di un leader quella di non dubitare per un momento delle capacità di coloro che sta guidando alla realizzazione del suo sogno, qualunque esso sia. Immaginate se Martin Luther King avesse detto, "Ho un sogno. Ma non sono sicuro se saranno all'altezza." (Risate)
Fryderyk Chopin (Wikimedia)
Ok. Ora suonerò un pezzo di Chopin. Questo è un bellissimo preludio di Chopin. Qualcuno di voi lo riconoscerà. (Musica) Sapete cosa penso sia successo qui? Quando ho iniziato, avete pensato, "Che bella musica." (Musica) "Secondo me non dovremmo andare nello stesso posto per le vacanze estive l'anno prossimo. (Risate) E' strano, non credete? E' strano come questi pensieri si insinuino nella vostra testa. E ovviamente -- (Applausi) -- e ovviamente, se il pezzo è lungo e avete avuto una giornata lunga, potreste addirittura appisolarvi. Il vostro compagno allora vi da una gomitata dicendo, "Sveglia! E' cultura!", e voi vi sentite pure peggio.
Ma avete mai pensato che il motivo per cui la musica classica vi fa addormentare non dipende da voi, ma da noi? Nessuno ha pensato mentre suonavo, "Perchè sta usando così tanti accenti?" Se avessi mosso la testa l'avreste pensato sicuramente. (Musica) E per il resto della vostra vita, ogni volta che sentirete della musica classica sarete sempre in grado di riconoscere questi accenti.
Allora, vediamo come funziona veramente questa faccenda. Abbiamo un SI. Questo è un SI. La nota successiva è un DO. E il ruolo del DO è di rendere il SI triste. E ci riesce, vero? (Risate) I compositori lo sanno e se vogliono della musica triste suonano queste due note. (Musica) In sostanza è solo un SI con quattro tristi. (Risate) E poi, scende sul LA. Poi SOL e infine FA. Quindi, abbiamo SI, LA, SOL, FA. E se abbiamo SI, LA, SOL, FA, cosa ci aspettiamo? Oh, questo sarebbe stato un colpo di fortuna. Proviamo di nuovo. Ooh, il coro del TED. (Risate) Avete visto che tutti hanno orecchio, vero? Tutti. Tutti i villaggi del Bangladesh ed ogni casolare in Cina. Tutti lo sanno pa, pa, pa, pa -- pa. Tutti si aspettano quel MI.
Amleto (Wikimedia)
Ma Chopin non ha voluto raggiungere il MI qui, perché cosa sarebbe successo? Sarebbe finita, come l'Amleto. Vi ricordate l'Amleto? Primo atto, nella terza scena scopre che lo zio ha ucciso suo padre. Se vi ricordate, continua ad affrontare lo zio e quasi lo uccide. Ma non lo fa, e poi lo affronta di nuovo e quasi lo uccide. E i critici, che stanno tutti seduti nelle file dietro, hanno la loro opinione e dicono che "Amleto è un indeciso." (Risate) Oppure "Amleto ha un complesso di Edipo." No, è perché altrimenti la tragedia sarebbe finita, sciocchi! Ecco perché Shakespeare ci mette tutta quella roba nell'Amleto: Ofelia che impazzisce, la tragedia nella tragedia, il teschio di Yorick e i dissacratori di tombe. E' per prender tempo fino al quinto atto quando lo uccide.
Lo stesso succede con Chopin. Sta per raggiungere il MI, e dice, "Ops, meglio tornare indietro e rifare daccapo." E così lo rifà. E poi si esalta -- quella è esaltazione, non dovete preoccuparvi di questa parte. Ora arriva al FA diesis e finalmente scende sul MI, ma è la nota sbagliata. Perché la nota che sta cercando è questa, e invece suona ... che noi chiamiamo cadenza ingannevole perché ci inganna. Dico sempre ai miei studenti, "Quando c'è una cadenza ingannevole assicurati di inarcare le sopracciglia e tutti lo sapranno." (Risate) (Applausi) Ok. Allora suona un MI, ma è quello sbagliato. Poi prova un altro MI, ma di nuovo non funziona. Ed ancora un altro MI, ma non funziona. Ed ancora un altro MI, ma non funziona. E finalmente ... Un signore in prima fila si è lasciato andare un "Mmm." E' la stessa cosa che fa quando arriva a casa dopo una lunga giornata, spegne la macchina e dice, "Aah, sono a casa." Perché tutti sanno dove è casa.
Questo è un pezzo che và lontano da casa. E ora lo suonerò tutto e voi seguirete SI, DO, SI, DO, SI, DO, SI -- giù sino al LA, poi SOL e poi FA. Arriva quasi al MI, ma così finirebbe la tragedia. Quindi sale su fino al SI. E si entusiasma. Và al FA diesis, arriva al MI. Ma è la nota sbagliata. E' la nota sbagliata. E' la nota sbagliata. E infine arriva al MI, ed è a casa. E tutto ciò che vedrete è me suonare su una chiappa. (Risate) Perché affinché io riesca a congiungere il SI al MI, devo smettere di pensare ad ogni singola nota e pensare alla lunga, lunga linea dal SI al MI.
Nelson Mandela (Wikimedia)
Sapete, sono stato da poco in Sud Africa, e non si può andare in Sud Africa senza pensare a Mandela prigioniero per 27 anni. A che stava pensando? Il pranzo? No, pensava al suo sogno per il Sud Africa e per tutti gli uomini. Questo è ciò che l'ha tenuto --- questo ha a che fare con un sogno; con la lunga linea. Come un uccello che vola sopra i campi e non gli importa delle recinzioni, ok? Ora seguirete la linea dal SI al MI. Ho un ultima richiesta prima di suonare questo pezzo per intero. Pensereste a qualcuno che adorate, che non è più qui? Una nonna cara, un amore; qualcuno che è parte della vostra vita e amate con tutto il cuore, ma che non è più con voi. Riempite i vostri pensieri di questa persona, e allo stesso tempo seguite la linea dal SI al MI, e sentirete tutto quello Chopin ha da dire. (Musica) (Applausi)
Probabilmente vi state chiedendo, vi state chiedendo perché sto applaudendo. Bene, a questa scuola di Boston con circa 70 ragazzini di seconda media dodicenni, ho fatto esattamente quello che ho fatto con voi, ho raccontato e spiegato e tutto quanto. E alla fine applaudivano come pazzi. Io applaudivo. Loro applaudivano. Alla fine dissi, "Perché sto applaudendo?" E uno dei ragazzini rispose, "Perché stavamo ascoltando." (Risate) Pensateci. 1.600 persone, persone impegnate, coinvolte in ogni sorta di cose diverse. Che ascoltano, capiscono e si commuovono ascoltando Chopin. Questo sì che è qualcosa. Ora, posso essere convinto che tutti hanno seguito, capito e si sono commossi? Ovviamente no. Ma vi dico una cosa che mi è successa.
Ero in Irlanda durante i disordini di 10 anni fa, e stavo lavorando con dei ragazzi Cattolici e Protestanti alla soluzione dei conflitti. E ho fatto lo stesso con loro. Rischioso, visto che erano ragazzi di strada. Uno di loro è venuto da me il mattino dopo e mi ha detto, "Sai, non ho mai ascoltato la musica classica in tutta la mia vita, ma quando hai suonato quel pezzo di shopping ..." (Risate) Ha detto, "Mio fratello è stato ucciso l'anno scorso e non ho pianto. Ma l'altra sera quando hai suonato questo pezzo, era lui a cui stavo pensando. E ho sentito le lacrime scorrere sul mio viso. E sai, mi son sentito bene a piangere per mio fratello." Così ho deciso, in quel momento, che la musica classica è per tutti. Tutti.
Ora, come camminereste -- perché sapete, la mia professione, quella della musica, non la vede così. Dicono che al 3 percento della popolazione piace la musica classica. Arrivare al 4 percento risolverebbe tutti i nostri problemi. Dico, "Come camminereste? Come parlereste? Come vi sentireste se pensaste che il 3 percento della popolazione ama la musica classica? Se potessimo arrivare al 4 percento. Come camminereste? Come parlereste? Come vi sentireste se pensaste che tutti amano la musica classica -- Nessuno ancora lo ha scoperto!" (Risate) Vedete, questi sono mondi totalmente differenti.
Ho avuto un esperienza incredibile quando avevo 45 anni. Dopo aver diretto per 20 anni, ho realizzato all'improvviso: il direttore di un'orchestra non fa alcun suono. La mia foto è sulla copertina dei CD -- (Risate) -- ma il direttore non fa alcun suono. E' davvero capace se sa esaltare la capacità degli altri. E questo ha cambiato tutto per me. Ha cambiato la mia vita. I musicisti nella mia orchestra venivano a chiedermi "Ben, cosa è successo?" Questo è quello che è successo. Ho realizzato che il mio lavoro è di ispirare altre persone. E ovviamente, volevo sapere se lo stavo facendo davvero. E sapete come lo si scopre? Guardateli negli occhi. Se i loro occhi brillano, saprete che ci siete riusciti. Si potrebbe illuminare un villaggio con questi occhi. (Risate) Esatto. Se i loro occhi brillano, saprete che ci siete riusciti. Se gli occhi non brillano, dovete porvi una domanda. E questa è la domanda: Come mi sto comportando, se gli occhi dei miei musicisti non brillano? Possiamo farlo anche con i nostri bambini. Come mi sto comportando, se i loro occhi non brillano? E' un mondo completamente diverso.
Stiamo per terminare questo ritiro, magico, di una settimana in montagna per ritornare al mondo reale. E penso sia il momento buono di chiederci: come mi comporterò al mio rientro nel mondo? Sapete, ho una definizione di successo. E' molto semplice. Non riguarda la ricchezza, la fama e il potere. Dipende da quanti occhi che brillano ho attorno.
Cancello d'ingresso di Auschwitz (Wikimedia)
 Ho un ultimo pensiero, che è che quello che diciamo fa davvero la differenza. Le parole che escono dalle nostre labbra. Ho imparato questo da una superstite di Auschwitz, una dei pochi sopravvissuti. Arrivò ad Auschwitz quando aveva 15 anni e suo fratello ne aveva otto, i genitori dispersi. E mi disse, mi disse, "Eravamo sul treno per Auschwitz e ho notato che mio fratello non aveva le scarpe. E dissi, "Sei così stupido, non riesci nemmeno a non perdere le tue cose perdio?" -- nel modo in cui una sorella più grande si rivolge ad un fratello minore. Purtroppo, è stata l'ultima cosa che gli ha detto perché non l'ha mai più rivisto. Lui non si salvò. Così quando uscì da Auschwitz, fece una promessa. Mi disse, "Uscendo da Auschwitz verso un nuovo inizio feci una promessa. Che non avrei mai più detto nulla che non potesse essere l'ultima di tutta la mia vita." Possiamo fare lo stesso? No. Faremo dei torti a noi e agli altri. Ma è una magnifica possibilità. Grazie. (Applausi) Occhi che brillano, occhi che brillano. Grazie, grazie. (Musica)

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